Storia dell'attività estrattiva
L'intensa attività fumarolica sul piano delle fumarole sul margine settentrionale del cratere e al di fuori del cono vulcanico (Tuff Cone) a Nord di esso nella zona dei Faraglioni di Levante, depositatava una grande quantità di prodotti utili all'uomo:
- zolfo
- solfati alcalini
- acido borico e borati vari
- sale ammoniaco
- allume
Questi prodotti furono sfruttati sin dall'antichità e costituirono una delle maggiori risorse economiche delle isole.
Nel 1813, il Re delle due Sicilie, Ferdinando I, diede questa attività in concessione al Generale Nunziante.
Nel 1870, passò in proprietà alla Ditta Stevenson di Glasgow fino al 1888.
Metodi estrattivi tradizionali
Si facevano passare i vapori attraverso materiale soffice che era stato ammucchiato sulle fumarole minori e si raccoglievano i prodotti che essi depositavano, oppure si collocava sulla bocca delle fumarole una cassetta aperta in un lato, dalla quale il vapore, attraverso un tubo di ferro, era immerso in un fusto di legno.
D'altronde, si raccoglieva lo zolfo (e anche altro minerale) raschiando il suolo fumarolico che ne era impregnato. Esistevano infatti estese croste di zolfo fuso che si ricavava con grande facilità.
Maggiori quantità di allume venivano ricavate dai Faraglioni di Levante dove il terreno originariamente trachitico, era fortemente decomposto dall'azione delle fumarole.
Qui erano state scavate ampie grotte. In una di esse, era stato raggiunto una falda di acqua calda di cui la temperatura saliva in certi periodi fino ad 82-84 gradi centigradi e che era satura di allume. queste acque impregnavano le pareti della grotta, nelle quali si formavano stalattiti di allume e miscele di sali vari.
A ridosso dei Fraglioni erano le tettoie delle fabbriche, nelle quali lavoravano intorno al 1848 circa 400 coatti nelle grotte dei Faraglioni in spaventose condizioni di miseria e insalubrità.
Lo zolfo veniva sovente ricavato per fusione. Sul piano delle fumarole, Lazzaro Spallanzani, grande naturalista italiano che soggiornò alle Isole per ben 35 giorni, nel 1788 vide ancora le rovine dei forni nei quali un tempo lo si fondeva.
L'allume e gli altri prodotti (acido borico, sale ammoniaco ecc...) si ricavavano invece per lessivazione, sottoponendo a lavaggio i minerali che ne erano imbevuti e ad opportuni trattamenti le acque così ottenute.
Dalle acque madri, cariche di acido solforico, aggiungendo del rame si otteneva solfato di rame. Secondo il Mercalli, negli anni aurei della lavorazione attiva da parte della Ditta Stevenson si produssero annualmente in media non meno di 8 tonnellate di acido borico, 20 tonnellate di sali ammoniaci e mensilmente 20 tonnellate di zolfo.
On the island of Vulcano, Aeolian, Sicily, there is a volcanic activity registered by the Crater of the Fossa which is smoking, presenting to the visitors its fumarolic activity.
Since the very antiques, sulfer and derivating products were estracted for the industry, namely by Stevenson in the XIXth.
Sur l'ile de vulcano, iles éoliennes, Sicile, se trouve un cratère typiquement volcanien qui fume, proposant au visiteur son activité fumarolique.
Depuis l'antiquité, le souffre et d'autres minéraux furent extraits pour l'industrie, particulièrement importante son exploitation au XIXe siècle sous la houlette de Stevenson.
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